29/12/09

I Padri Fondatori

I primi presidenti degli Stati Uniti sono considerati tra i fondatori dello Stato Americano, in particolare: George Washington, John Adams e Thomas Jefferson. A questi tre, che furono Presidenti, vanno aggiunti alcuni personaggi famosi del XVIII secolo: Alexander Hamilton, James Madison, Benjamin Franklin e Aaron Burr. Washington è una figura poco discussa, poichè viene considerato un'icona della Rivoluzione americana: patriota, soldato, proprietario terriero ed infine Presidente. Adams è in genere poco conosciuto, mentre Jefferson ha sempre avuto i suoi sostenitori. Alexander Hamilton è stato a lungo Ministro del Tesoro, inoltre viene considerato un politico filo-inglese. Ciò significa che Hamilton sosteneva l'utilizzo delle tasse per finanziare il governo dell'Unione. Era un politico che privilegiava il Governo centrale, a scapito dei singoli Stati della Federazione americana.
Alexander Hamilton fu anche il leader della "fazione" dei Federalists, che si opponevano ai Republicans guidati da Thomas Jefferson. I Republicans nel corso del tempo cambieranno nome assumendo quello di "Democrats". I Federalists di Hamilton invece daranno vita al "Republican Party".
Un libro molto bello sulla fondazione degli Stati Uniti si chiama: "L'invenzione degli Stati Uniti d'America" di Gore Vidal.

08/12/09

La questione Balotelli ed il "nazionalismo"

Ieri ho partecipato ad un'uscita con gli amici, e ci siamo confrontati su diverse questioni riguardanti l'Italia. L'argomento iniziale è stata la necessità o meno di avere Balotelli in Nazionale; Balotelli è un calciatore di colore che attualmente gioca nell'Inter. A chi sosteneva che l'unico requisito da richiedere ai giocatori sia la nazionalità italiana, si opponeva chi sosteneva che in Nazionale debbano giocare solo Italiani (intendendo per Italiani quei giocatori nati e cresciuti qui in Italia, addirittura provenienti da famiglia italiana di almeno due generazioni). Quest'uiltima posizione è stata definita una posizione nazionalista, ovvero una posizione che dà importanza all'appartenere alla tradizione italiana. Nel sentire parlare di nazionalismo, mi è venuto in mente Gianfranco Fini e le sue dichiarazioni sulla possibilità di voto per gli immigrati.
Fini è un politico che ha assunto, secondo me, posizioni neogolliste negli ultimi tempi. Credo che non vi sia contraddizione tra il neogollismo ed il consentire agli immigrati regolari il diritto di votare. Quindi ben vengano gli immigrati in Italia, se vengono a vivere da noi per potere lavorare. Riguardo la vicenda Balotelli, i "nazionalisti" del gruppo della gita sostenevano che si rischia di finire col non avere più giocatori italiani in campo; come la Francia che, sempre stando alla posizione "nazionalista", non avrebbe quasi più giocatori francesi nella compagine che la rappresenta.

14/10/09

La realtà virtuale

La realtà virtuale rappresenta un grosso problema per le persone del mondo odierno; esistono videogiochi che riproducono fedelmente le cose che vediamo quando ci muoviamo per le strade! Purtroppo la realtà virtuale riesce a farci vedere nei nostri computer le cose di cui facciamo esperienza nella realtà fisica.
Io non apprezzo le tecnologie che vogliono riprodurre la realtà quotidiana, secondo me un computer è soltanto un oggetto tecnologico. Il computer deve rappresentare linee di programma ed elaborare calcoli, deve essere solo uno strumento di lavoro ed essere distinto dalla realtà di tutti i giorni. Questa mia opinione non mi imperdisce di rimanere aggiornato sulle novità tecnologiche, poichè ciò significherebbe rimanere escluso dal progresso umano.
Rimango in ogni caso un sostenitore della piazza, intesa come l'Agorà greca: la piazza deve essere un luogo abitato dalle persone dove potere instaurare rapporti umani pieni(amicizie, scambio di opinioni, scambio di informazioni, etc.). Ai social network preferisco la rete di conoscenze ed amicizie che si costruisce nel corso degli anni.

11/06/09

La difficoltà di trovare un lavoro

Di questi tempi è molto difficile trovare un lavoro. Io ho inviato più di 300 curricula ed ho sostenuto quasi trenta colloqui... La frustrazione subentra quando si pensa di avere trovato il posto, invece non è così! Al termine del colloquio il selezionatore informa che ci metteranno 10 giorni a completare la selezione; si aspetta, ma niente. Passati i 10 giorni non si sente nulla, significa che probabilmente hanno assunto qualcun'altro. Però si vede la propria speranza frustrata. Viene in mente di fare una telefonata all'azienda, ma a cosa serve? Se fossero stati interessati avrebbero comunque chiamato loro. Difficile capire cosa cerchino, soprattutto le piccole imprese. A me è capitato di spostarmi anche di molti chilometri, per poi non sentire più nulla dall'azienda. E' davvero frustrante!

06/02/09

Typhoon

Typhoon è un libro di Joseph Conrad che ho letto di recente. Un romanzo ambientato sul mare, ma non di avventura; il titolo in italiano diventa "Tifone". Il protagonista del racconto è il primo ufficiale Jukes, un inglese che si trova, ancora inesperto marinaio, su una nave che finisce nel mezzo di una burrasca... La nave è comandata dal capitano McWhirr, un irlandese originario di Belfast: come precisa Conrad nel romanzo, questo personaggio del libro non è nato sul mare, ma in una località dell'Irlanda del Nord che ha poco a che vedere con la vita di mare.
Tornando a Jukes, questi si accorge del pericolo di incontrare un tifone quando ormai la nave si trova nel mezzo delle mareggiate; a questo punto il giovane ufficiale può solo aspettare gli ordini del capitano. Il giovane dunque rimane costantemente aggrappato ad uno dei pali del ponte di comando, chiedendosi tra sè e sè dove sia finito il capitano McWhirr. Quando quest'ultimo si reca sul ponte di comando, dopo avere viasitato tutta la nave (nel mezzo della tempesta), ordina a Jukes di andare sottocoperta a verificare come stanno i passeggeri... Il primo ufficiale dimostra molto coraggio nelle staccarsi dal ponte di comando, e nello scendere la ripida scaletta che lo conduce nella stiva.
Al termine del romanzo la nave giunge a destinazione e l'equipaggio ed i passeggeri sono salvi. L'imbarcazione però è ormai semidistrutta, anche se sta ancora a galla.
Joseph Conrad non era un uomo di mare, ma proveniva da una cittadina montagnosa dell'Ucraina: era nato in una famiglia di origini polacche, ed era suddito dello Zar. Quella di intraprendere una carriera da marinaio e di diventare cittadino britannico, furono per questo scrittore una scelta di vita.